330 kWe

Case History
AZIENDA AGRICOLA SARTOR ANTONIO

L’impianto biogas da 330 kW dell’azienda agricola di proprietà di Antonio Sartor si trova nel comune di Paese, vicino a Treviso. Qui vengono allevati dagli 800 ai 1.000 capi di bestiame su 40 ettari di terreno. L’innovativo ed efficiente impianto realizzato IES Biogas, made in Italy, perfettamente integrato nel ciclo produttivo dell’azienda, è in grado di immettere nella rete elettrica nazionale fino a 330 kWe all’ora e soddisfare il fabbisogno di 1.000 famiglie, senza sprechi, senza odori, a tutto vantaggio dell’ambiente e della collettività. Un investimento che ha completato efficacemente il ciclo di autosufficienza dell’Azienda Agricola Sartor Antonio. L’impianto funziona per il 70% con l’autoalimentazione dell’azienda agricola, utilizzando i reflui zootecnici del bestiame e gli scarti organici dell’attività agricola. Vengono prodotti energia termica per il teleriscaldamento e fertilizzante naturale di qualità. Così il ciclo si perpetua nel tempo, con un elevato livello di efficienza.

SCHEDA TECNICA // 330 kWe

POTENZA ELETTRICA INSTALLATA

POTENZA ELETTRICA INSTALLATA 300 kW
PROCESSO MESOFILO A DOPPIO STADIO
Fermentatori: n.2 Ø 18m h=6m
Post fermentatore n.1 Ø 24m h=6m
Alimentatore biomassa: n.1 carro miscelatore 40mc
PIANO DI ALIMENTAZIONE GIORNALIERO
Liquame bovino: 60 mc
Letame bovino: 14 ton
Insilato di mais: 30 ton
Insilato di segale: 20 ton
RESA ENERGETICA
Produzione annua di energia elettrica: 2.600.000 kWh
Produzione annua di biogas: 1.300.000 mc
Concentrazione media di metano (CH4) nel biogas: 52-54 %
GRUPPO DI COGENERAZIONE
Costruttore: AB Energy
Modello: Ecomax 10 Bio
MOTORE
Costruttore: GE Jenbacher
Modello: J 208 GS-C25

Il biogas è una delle fonti alternative più utilizzate per la produzione di energia rinnovabile.

Il biogas è il prodotto della degradazione microbica delle sostanze organiche in assenza di ossigeno, processo comunemente denominato digestione anaerobica. È una miscela di gas, composta principalmente da metano (CH4) e anidride carbonica (CO2).

I liquami provenienti dalla stalla, insieme a insilati di mais e triticale, vengono inseriti giornalmente all’interno dei due digestori primari. Qui permangono per circa 100 giorni per poi passare nella vasca di stoccaggio coperta. Il processo è quindi di tipo a “doppio stadio” ed avviene ad una temperatura di 38-42 gradi (mesofilia) La tecnologia a “doppio stadio” permette di avere un processo di fermentazione sicuro ed elastico ma soprattutto garantisce tempi di ritenzione adeguati.

La copertura dello stoccaggio oltre ad assicurare una completa degradazione e quindi un efficiente sfruttamento delle biomasseutilizzate, permette una maggiore riserva di biogas e consente una migliore desolforazione (rimozione dell’H2S). La desolforazione è di tipo biologico per iniezione di piccolissime quantità di ossigeno. La struttura interna ed una rete desolforatrice offrono un’ottima superficie per la colonizzazione dei btteri desolforatori. Il biogas prodotto viene convogliato al cogeneratore che produce energia elettrica ed energia termica.

La prima viene ceduta alla rete pubblica, il calore invece viene riutilizzato in parte per il processo di fermentazione, in parte per il teleriscaldamento delle stalle e degli uffici Alla fine del processo di fermentazione si ottiene il digestto, un materiale liquido, completamente inodore, ad altissimo valore agronomico, con caratteristiche migliorative rispetto al materiale di partenza.
Il digestato subisce un processo di separazione solido/liquido: il solido che ha la consistenza, l’aspetto e l’odore di un “terricciohumus”, viene distribuito nei campi con un carro spandiletame o venduto ad utilizzatori specifici come gli orti-floricoltori.

A TUTTO VANTAGGIO DELLA QUALITÀ DELLE ACQUE, DELL’ARIA E DEL SUOLO.