Esperienze reali

Intervista a Angelo Fava

January, 2018

Azienda agricola Marcello Fava

Fare l’allevatore, in modo completo.

“In una visione moderna e armoniosa dell’agro-zootecnica, alla mia azienda mancava solo l’impianto di biogas. Adesso c’è”.

È quanto dichiara con soddisfazione Angelo Fava, secondo cui, per fare il mestiere dell’allevatore, oggi bisogna riuscire a integrare tutto il processo produttivo agricolo, anche quello legato alle deiezioni animali. Una risorsa preziosa, già presente in azienda, da utilizzare con saggezza e lungimiranza. L’impianto di biogas diventa così il motore di un’innovazione strutturale, che apporta molteplici benefici.

In quale contesto si inserisce il suo impianto di biogas?

Ho un’azienda agricola di 250 ettari con 1.300 capi di bestiame. È in una zona collinare a Tortona, vicino ad Alessandria.

Con un impianto biogas da…

999 kW alimentato prevalentemente a letame. Ne inserisco circa 200 quintali al giorno con l’aggiunta di altre biomasse, sottoprodotti e scarti agricoli.

Da quando è attivo?

L’impianto è in funzione esattamente dal 26 gennaio 2012. Ricordo a memoria la data, me la sono segnata.

È un giorno così importante?

Volevo vedere a un anno esatto di distanza quale sarebbe stata la resa.

Ed è stata soddisfacente?

Un anno dopo, al 26 gennaio 2013, l’impianto segnava (sono dati certificati) un funzionamento per 8.742 ore. Se pensa che 365 giorni equivalgono a 8.760 ore… in sostanza è stato fermo per sole 18 ore, meno di un giorno nell’arco di un interno anno.

Un bel risultato.

Consideri che nell’arco dell’anno preso in esame c’è stata anche la fase di avviamento, durata 10 giorni, durante la quale l’impianto ha ovviamente prestazioni inferiori perchè lo si deve mettere a punto. Eppure la produzione media, nonostante comprensiva dell’avvio, è stata di 991 kWh. Se non è da Guiness dei Primati, ci siamo quasi.

L’idea di fare un impianto di biogas le è venuta per risolvere il problema delle deiezioni?

Volevo trovare una soluzione al problema del letame, che specialmente di inverno diventa difficile da gestire, ma soprattutto cambiare sistema di fare agricoltura, adottando una concezione di produzione a ciclo continuo, dove tutti gli anelli si concatenano fra loro. L’impianto di biogas era l’anello mancante in una concezione moderna del fare l’allevatore e l’agricoltore. Consideri poi che il digestato, il prodotto residuale del biogas, è un fertilizzante molto migliore del letame.

Quando è iniziato il tutto e come ha conosciuto IES Biogas?

Ho iniziato a pensare al biogas già nel 2009, poi nel 2010 ho deciso che avrei sicuramente installato un impianto. Il problema era con chi. Ho conosciuto IES per caso, grazie ad amici. All’epoca non era ancora una realtà così famosa come oggi, hanno avuto una crescita fortissima in questi anni.

E cosa l’ha convinta a scegliere IES Biogas?

La serietà. Perché la serietà a parole ce l’hanno tutti, non ho mai conosciuto uno che di sé dicesse che non è serio nel lavoro, ma dimostrarla sul campo è un’altra cosa. Questa è una qualità che ho percepito da subito, fin dal primo preventivo e dal primo incontro, molto schietto e competente. C’è stato un feeling impressionante: ci siamo incontrati due volte a cena e mi sono subito piaciuti, non ho avuto dubbi. Non ho più chiesto altri preventivi.

C’è un particolare tecnico che l’ha particolarmente convinta?

Il sistema di agitazione delle masse nel fermentatore. Sentivo campane diverse su questo argomento, la consulenza di IES mi è sembrata la più competente e si è rivelata quella giusta, perfetta. Sono estremamente contento.

In quanto pensa di ripagare l’investimento?

Di questo passo in 5-6 anni l’ho ripagato completamente. Poi saranno solo guadagni. Però il concetto che le ho detto è importante: è più di un investimento su una fonte di reddito. È il completamento logico e necessario alla mia azienda agricola.

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