Post-trattamento

Il digestato in uscita dall’impianto di digestione anaerobica va sottoposto a ulteriori trattamenti aerobici al fine di ottenere un materiale stabilizzato, mineralizzato, igienizzato e compatibile con l’ambiente.
A seconda della tecnologia di digestione anaerobica e delle matrici disponibili, il digestato tal quale, o la sua frazione palabile, viene miscelato con materiale lignocellulosico (strutturante) e, infine, avviato al compostaggio.

Compostaggio

Tutte le sostanze degradabili anaerobicamente lo sono anche aerobicamente e i due processi si differenziano per le cinetiche del processo, il tipo di reazione, le famiglie di batteri coinvolte e la produzione di fanghi di supero. Per questo motivo, sistemi di trattamento aerobico e anaerobico coesistono spesso nello stesso impianto.

L’integrazione della digestione anaerobica con il compostaggio rappresenta un’evoluzione tecnologica, con benefici reciproci tra le fasi di processo, che possono essere così riassunti:

  • miglioramento del bilancio energetico dell’impianto con produzione di energia
  • migliore capacità di controllo delle emissioni a costi minori
  • minore impegno di superficie a parità di rifiuto trattato
  • riduzione dell’emissione di CO2 in atmosfera (bilancio nullo o positivo)
  • garanzia di riduzione degli organismi patogeni grazie al doppio passaggio termico
  • un maggior grado di purezza del compost

Il compostaggio è un processo aerobico, al termine del quale si ottiene un materiale stabilizzato, mineralizzato, igienizzato e fitocompatibile. A valle del processo di digestione anaerobica, il digestato tal quale, o la sua frazione palabile, viene miscelato in opportune quantità con altre biomasse in modo da ottenere una miscela con particolari caratteristiche di struttura, tessitura, porosità del materiale ed equilibrio nutrizionale.

Successivamente, controllando le condizioni di aerazione, temperatura e umidità, si creano le condizioni ideali per la crescita dei microrganismi aerobi.

Nitro-denitro e depurazione

In alcuni casi non è consentito l’utilizzo agronomico della frazione liquida del digestato. In generale questa eventualità si verifica quando:

  • non vi è abbastanza disponibilità di terreni per lo spargimento dei nitrati presenti nel digestato
  • non è possibile l’utilizzo agronomico per obblighi normativi normalmente legati al tipo di sottoprodotti utilizzati

Nel primo caso, si sottopone la frazione liquida a un trattamento Nitro-denitro per la rimozione dell’azoto; nel secondo, al trattamento Nitro-denitro si abbina un trattamento fisico di ultrafiltrazione e osmosi inversa.

Normalmente i componenti del sistema sono:

SISTEMA NITRO-DENITRO (bioreattore)
Il trattamento biologico si compone di un reattore biologico con biomassa sospesa in condizioni aerobiche/anossiche. L’ossigeno necessario al trattamento ossidativo viene fornito da un gruppo di diffusori d’aria, posti sul fondo della vasca.

SISTEMA DI ULTRAFILTRAZIONE
La miscela formatasi nel reattore (surnatante+biomassa sospesa) viene pompata verso membrane tubolari, installate in uno skid esterno: i solidi (biomassa sospesa) vengono separati dalla membrana, mentre l’acqua (surnatante) permea avviandosi verso l’uscita.

OSMOSI INVERSA
L’acqua in uscita dal sistema di ultrafiltrazione viene pressurizzata e inviata nei moduli di osmosi inversa, dove perde quasi tutti i sali sciolti, in modo tale che l’acqua pura possa continuare il suo decorso attraverso le membrane semi-permeabili.
Il trattamento fisico con membrane a osmosi inversa permette il trattamento di finissaggio del permeato da UF, garantendo parametri qualitativi elevati (fino allo scarico in acque superficiali).